UM EL FAROUD, il relitto perfetto
L’isola di Malta è un gioiello da esplorare.
Tanta storia e divertimento ne contraddistinguono l’essenza come meta
turistica. Per noi subacquei le opportunità si moltiplicano perché le bellezze
dei sui fondali sono anche ricche di tesori da esplorare.
Nei suoi ben 46 siti di immersione da riva, ce
n’è uno che merita una nota particolare: la petroliera UM EL FAROUD.

Costruita nel 1969 è stata oggetto di una
forte esplosione nell’anno 1995. Ben nove persone persero la vita nel tragico
incidente. La nave ne uscì praticamente inutilizzabile. Dopo 3 anni di fermo
nel porto della Valletta (Capitale di Malta) venne presa la decisione: offrirla
ai fondali come reef artificiale e creare una meta per i subacquei. Scelto il posto
fu fatta affondare e posizionata “ad arte” sul fondale della costa di fronte a
Wied Iz Zurrieq.
Raggiungere il posto è semplice anche solo con
i mezzi pubblici. Il nome è difficilmente pronunciabile, ma provate a chiedere
a chiunque del posto le indicazioni per raggiungere “Blue Grotto” (altro posto
incantevole, ma che merita trattazione a parte) e avrete indicazioni molto
precise. Infatti questo è un sito adiacente tra le mete principali del turismo
maltese.
Una
scaletta di cemento alla fine del porticciolo di barche tipiche porta il
subacqueo in acqua. Pochi metri di nuoto per attraversare il porticciolo da
parte a parte e poi comincia l’avventura nel blu. La scogliera sulla nostra
destra ci guida come un sentiero e ci lascia scendere alla profondità di 15mt
come un sentiero e poi, quasi a volerci indicare che non siamo li per la fauna
locale questa scogliera si interrompe con una grande spaccatura: è l’ora di
puntare la bussola su prua 300° e cominciare a pinnare nel blu!
La sensazione è piacevole. 15mt di colonna
d’acqua ci sovrastano, la sabbia sul fondo e la luce del sole che filtra tra le
increspature della superficie. …e ancora nulla all’orizzonte. Ma c’è! Bisogna
solo pinnare e fidarsi della bussola. E intanto a mente ci si ripete come un
mantra “ma sono solo un centinaio di metri”.

La visione
è incantevole perché il primo troncone che si incontra è la parte posteriore.
L’elica è ancora nella sua sede ed è proprio da quella che la visita ha inizio.
Un emozionante passagio al suo interno per poi girare attorno alla chiglia
curiosando, con una torcia elettrica all’interno dei numerosi oblò che la
incorniciano.
Al suo termine la profonda spaccatura centrale
nella quale di può cominciare una prima penetrazione per la sua esplorazione.

Il ritorno
però è un ultimo morso del relitto che lascia un dolce retrogusto perché sarà
quasi d’obbligo costeggiare la UM passando per la terrazza laterale. Una
sensazione che è pari alle immagini iniziali del film Titanic. Una passerella
di 15mt circa che lascia senza fiato finestra dopo finestra per poi riportarci
nel blu più dal quale siamo venuti.
La firma in fondo alla mini avventura è un
piccolo monumento dedicato ai 50 anni di attività dell’associazione che cura il
sito… un piccolo casco da palombaro con iscrizione che merita una piccola discesa
a 25mt per concedersi una ultima fotografia.
Ma non si
torna tristi a riva… certo! Manca ancora una seconda immersione per la parte
anteriore! Sarà bellissimo tra un’ora ritornare in acqua! Sarà bello rivedere
il relitto perfetto.
Antonio CIGLIOLA
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